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Errori comuni nella progettazione del software di automazione industriale (e come evitarli)

Errori comuni nella progettazione del software industriale (e come evitarli)

Nel settore dell’automazione industriale, progettare il software nel modo sbagliato significa spesso compromettere l’intero progetto. Interfacce poco chiare, dati inutili, modifiche continue e processi poco fluidi sono solo alcuni dei sintomi di un problema più profondo: la mancanza di un vero approccio consulenziale nella fase iniziale.

 

Da anni, Elteco lavora a fianco delle aziende come partner tecnico, non come semplice fornitore. Questo ci ha permesso di riconoscere — e prevenire — gli errori più comuni che si commettono quando si sviluppa software industriale senza un metodo solido e condiviso.

 

Ecco quali sono questi errori e come li affrontiamo, ogni giorno, per costruire soluzioni che funzionano davvero.

 

1. Progettare il software senza conoscere l’impianto

Succede più spesso di quanto si pensi: il software viene pensato e sviluppato “a tavolino”, sulla base di documentazione generica o richieste frammentarie, senza una reale comprensione delle dinamiche produttive.

 

Il risultato? Un sistema teoricamente corretto ma praticamente inutilizzabile, pieno di forzature e adattamenti.

 

Come lavoriamo in Elteco: a fronte di un concreto interesse da parte del cliente, avviamo sempre un’analisi preliminare in campo, gratuita, per osservare da vicino i processi, le criticità e il contesto operativo del futuro software. Solo successivamente si procede con la definizione dell’architettura e con la fase di progettazione.

 

2. Pensare al software come un prodotto, non come un processo

Il software industriale non è un oggetto da installare e dimenticare. È parte viva del processo produttivo e deve crescere insieme a esso.

 

Errore tipico: acquistare una soluzione “standard” e poi cercare di farla funzionare in un contesto che ha dinamiche uniche.

 

Il nostro approccio: progettiamo software su misura, con struttura modulare e flessibile, in grado di adattarsi all’evoluzione della produzione e a future integrazioni (MES, ERP, Industria 4.0…).

 

3. Trascurare l’utente finale

Il software non serve a chi lo progetta, ma a chi lo usa ogni giorno: operatori, manutentori, responsabili produzione. Se non è pensato per loro, diventa un ostacolo.

 

Cosa succede: interfacce complesse, sovraccarico di dati, poca chiarezza operativa. Il personale torna ai fogli di carta o commette errori.

 

Cosa facciamo noi: co-progettiamo le interfacce in base ai profili utente. Ogni figura vede solo le informazioni e i comandi di cui ha bisogno, in modo chiaro e ordinato.

 

4. Saltare la fase di analisi (o farla troppo in fretta)

 

L’analisi iniziale non è una formalità: è il momento in cui si prevengono problemi, si raccolgono esigenze reali e si gettano le basi per un software utile e duraturo.

L’errore? Accelerare per “risparmiare tempo” all’inizio… salvo poi perdere mesi in modifiche e malfunzionamenti.

 

La nostra scelta: dedicare il tempo necessario all’analisi funzionale, parlando con tutti gli stakeholder aziendali. Questo permette di consegnare un sistema coerente, robusto e ben documentato.

 

5. Non prevedere l’evoluzione del sistema

L’impianto cambia. Le esigenze di produzione cambiano. Il software deve poter seguire questa evoluzione senza ogni volta dover essere riscritto.

 

Errore comune: sviluppare soluzioni rigide, difficili da aggiornare o ampliare.

 

Soluzione Elteco: architetture flessibili e scalabili, pronte a integrare nuove macchine, nuovi moduli o nuove funzionalità, senza stravolgere l’intero sistema.

 

Quindi, un software di automazione industriale efficace non nasce dal codice, ma dall’ascolto, dall’analisi e dalla capacità di tradurre processi reali in soluzioni digitali intelligenti.

 

In Elteco crediamo che il successo di un progetto dipenda per il 70% da come si inizia. Ecco perché il nostro primo passo è sempre quello di metterci al fianco del cliente, osservare, fare domande, proporre idee. Solo così si evita di dover “aggiustare” continuamente qualcosa che, con la giusta attenzione iniziale, poteva già funzionare al meglio.

 

Hai in mente un nuovo progetto o un software da migliorare?

Contattaci: la consulenza iniziale può fare la differenza tra un sistema che funziona… e uno che va continuamente sistemato.

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denise valerio

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